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Venerdi 3 marzo 2023 - Cerimonia

VENERDI 3 MARZO  2023 CERIMONIA

Cerimonia del Tre Marzo 2023

La Commemorazione del Tre Marzo 46° Anniversario è iniziata al Monumento eretto in località “La Gabella”, dove sono stati eseguiti  gli “Onori ai Caduti” e la deposizione delle corone di alloro da parte del Comune di Calci e dell’Accademia Navale. Erano rappresentate 13 Famiglie. Sul sagrato della Pieve, erano raccolte le alte Autorità civili e militari, tra cui il Contrammiraglio Lorenzano di Renzo Comandante dell'Accademia Navale e l'Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone (INVICTI) Capo di Stato Maggiore della Difesa, e l’Ammiraglio Enrico Credendino Capo di Stato Maggiore della Marina, il Prefetto di Pisa Dott. Maria Luisa D’Alessandro, il Sindaco di Calci Massimiliano Ghimenti e il Sig. Bruno Possenti (precedente sindaco di Calci) Erano inoltre presenti numerosi compagni del “Corso Invicti” e l’Ammiraglio  Luigi Binelli Mantelli compagno di corso del STV Emilio Attramini. La Santa Messa è stata celebrata da Don Antonio Cecconi Parroco di Calci e dal Cappellano Militare, con la partecipazione del Coro degli Allievi dell'Accademia Navale. Alla fine della cerimonia l'Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone ha detto due parole in ricordo dei suoi compagni e ha rivolto un saluto particolare alle quattro mamme presenti: Liliana Lucibello, Marisa Gnata, Maria Paola madre di Emanuele Salvadori, Lalla Tomatis. La cerimonia in chiesa si è conclusa con la lettura della preghiera del marinaio e dell'aviatore.

E’ seguita poi la cerimonia della deposizione delle corone d’alloro al Faro da parte dell’Accademia Navale, della 46° Aerobrigata  e del Comune di Calci. Le note del “silenzio”, si sono elevate al cielo del Monte Serra, e sventolava la bandiera lacerata del Corso Invicti in un cielo grigio e ventoso. Dopo la deposizione delle corone all’interno del Faro si sono fermati all’interno tutti i compagni di corso. Per primo è stato letto il nome dell’allora Comandante alla Classe Franco d’Agostino, a seguire il nome di tuti i caduti e il nome dei compagni del corso Invicti che non ci sono più. Alla fine è stato urlato il motto del Corso. L'Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli ha fatto un breve discorso, che allego, che ricorda in particolare l'amico Emilio e tutti i ragazzi.

Ciascuno di noi, nella propria vita e nel proprio lavoro, desidera lasciare qualcosa di importante, qualcosa per essere ricordato. Questi ragazzi, nella loro breve vita, hanno lasciato un segno profondo e indelebile e non è una frase di circostanza, ma lo dico riferendomi alla mia esperienza personale. Quella tragedia mi ha toccato nell’anima, dall‘averli conosciuti uno per uno, i loro sogni, le loro speranze e poi vedere l’asfalto rosso del piazzale dell’Accademia coperto da tutte quelle bare, da quel giorno, da quei giorni, sono cambiato, profondamente. Ho maturato un approccio interpersonale più consapevole, più attento, più capace di comunicare e di ascoltare, perché in ognuno dei miei più giovani collaboratori (e quando si va avanti nel grado i più giovani sono sempre più numerosi, fino a divenire la totalità), negli equipaggi che ho avuto il privilegio di comandare, vedevo quei ragazzi, quei volti pieni di entusiasmo e di gioia di vivere. Ne sono stato ricambiato con dedizione e col loro impegno, quotidiano, altamente professionale e disinteressato ed è grazie a loro che la mia carriera in Marina e nelle FF.AA. è stata una esperienza esaltante. E badate che non mi riferisco al raggiungimento dei gradi apicali nelle FF.AA., mi riferisco a ogni giorno vissuto in Marina, a ogni incarico ricoperto, ricordi preziosi e irripetibili. Mi riferisco alle meravigliose soddisfazioni ricevute dai miei equipaggi e al loro affetto sincero, che mi ha sempre sostenuto. Tutto questo lo devo anche e soprattutto al segno che loro, questi ragazzi, hanno lasciato nel mio cuore.

 

Grazie Emilio, grazie INVICTI!